"Il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per dir così, della terra intera; considerare l'ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole meravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell'animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l'universo infinito, e sentire che l'animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre accusare le cose d'insufficienza e di nullità, e patire mancamento e vòto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga nella natura umana". G. Leopardi

giovedì 27 dicembre 2007

Pubblicità Regresso

È proprio vero che la pubblicità cerca in tutti i modi di creare dei bisogni che non abbiamo e di farceli passare per imprescindibili...
Spot numero uno: ti fa una testa tanta sul risparmio energetico che si potrebbe attuare non lasciando la televisione in stand-by, ma cavolo, ti tocca alzarti dal divano per accendere e spegnere! Che fatica sovrumana, direi la tredicesima di Ercole. E allora puoi spendere 39 euro e spiccioli per avere una spina particolare che attivi e disattivi con un telecomando, così non devi alzarti dal divano. Come se uno che ha finito di guardare la tv ha ancora intenzione di starci, sul divano!
Spot numero due: ti piace guardare la televisione al buio? E come fai se ad un certo punto non trovi più il telecomando? Forse fai la quattordicesima fatica di accendere la luce?? NOOO: sborsi qualche dindino e compri un telecomando luminoso!
Certo, mi immagino già che un telecomando simile consumi più energia di un telecomando normale, così puoi compensare il risparmio energetico dello stand-by con i soldi e l'inquinamento delle batterie in più che dovrai usare!
Logica impeccabile quella del consumo, no?

lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale

Benedetto XVI, Angelus, 11 dicembre 2005: «Costruire il Presepe in casa può rivelarsi un modo semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla ai propri figli. Il Presepe ci aiuta a contemplare il mistero dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme. San Francesco d’Assisi fu così preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo a Greccio nel Presepe vivente, divenendo il tal modo iniziatore di una lunga tradizione popolare che ancor oggi conserva il suo valore per l’evangelizzazione. Il Presepe può infatti aiutarci a capire il segreto del vero Natale, perché parla dell’umiltà e della bontà misericordiosa di Cristo, il quale "da ricco che era, si è fatto povero" (2Cor 8,9) per noi. La sua povertà arricchisce chi la abbraccia e il Natale reca gioia e pace a coloro che, come i pastori a Betlemme, accolgono le parole dell’angelo: "Questo per voi il segno: un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2,12). Questo rimane il segno, anche per noi, uomini e donne del Duemila. Non c’è altro Natale».

venerdì 14 dicembre 2007

Dicembre: Il giardino dei Finzi-Contini

Già dalla fine di novembre sto pensando a un libro da consigliare, dato che mi sono prefissata di proporre su questo blog un libro al mese. Alla fine ho scelto Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio BASSANI perché sempre quando devo consigliare un libro così, a freddo, mi viene in mente questo titolo.
In terza e quarta liceo facevo servizio di prestito nella biblioteca della scuola, e siccome gli scaffali erano chiusi io mi sentivo una grande responsabilità addosso: avevo le chiavi. Ma nessuno o quasi, specialmente nel pomeriggio, entrava mai in biblioteca, e di conseguenza i prestiti chie registravo erano pochissimi. Ma non volevo che il registro restasse vuoto e così decisi che, anziché leggere i libri della biblioteca comunale, avrei potuto scegliere qualcuno dei classici contenuti nello scaffale della narrativa italiana a scuola, prendendoli in prestito. Solamente che la maggior parte di quei libri non li conoscevo, per me erano solo dei nomi famosi per sentito dire, e quindi non sapevo nemmeno quali fossero i più importanti da leggere per primi, per farsi almeno una base. Allora, molto praticamente, decisi di appoggiarmi all'ordine alfabetico per autore: di ogni autore che avessi incontrato scorrendo l'elenco il cui nome mi fosse suonato famoso avrei letto il libro. A... niente. B... Bassani. Il giardino dei Finzi-Contini. Un po' riluttante, perché non ero certa che avrei potuto apprezzare un "classico", mi mantenni comunque fedele all'impegno preso di leggere quel libro. Ben presto però la lettura non era più solo una coerenza, anzi mi interessava proprio.
Non è uno di quei libri che ti avvincono e dai quali non ti scolli più finché non li finisci; è una storia lenta, dai toni medi e che lascia molto al non detto, o almeno questa era la mia percezione a sedici anni. È una storia di giovani liceali di qualche decennio fa vista dal punto di vista di uno di loro, che si innamora. Il giardino della famiglia dei Finzi-Contini è il luogo in cui gran parte della storia si svolge, senza troppi avvenimenti esteriori. È un racconto che scorre tranquillamente e che a me ha lasciato un senso di mestizia lieve e quasi piacevole, e un bel ricordo.
Per questo mi sento di consigliarlo a chi non l'avesse letto, e a chi invece già lo conosce chiedo un parere.