"Il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per dir così, della terra intera; considerare l'ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole meravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell'animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l'universo infinito, e sentire che l'animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre accusare le cose d'insufficienza e di nullità, e patire mancamento e vòto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga nella natura umana". G. Leopardi

venerdì 30 novembre 2007

Benigni tre ore ininterrotte

MILANO - Prodi e Berlusconi, Bindi e Bondi, Veltroni e Storace, Mastella e Casini, i Savoia. E con loro molti altri. Alla fine c'erano quasi tutti nel teatrino della politica dello show di Roberto Benigni su Raiuno. Un fiume in piena tra calambour, satira politica e frequenti richiami a battute su temi sessuali e "parolacce" volutamente inserite qua e là. Tema, quest'ultimo richiamato dal quinto Canto dell'Inferno che, nella seconda parte della serata, Benigni ha commentato.

Ma è un'ora circa, a ritmo serrato, Benigni prende di mira con lo scherzo e l'allusione il mondo poltico, tuffandosi nell'attualità. Il primo affondo è per i Savoia: "Mandate sms da 1 euro per una famiglia piemontese indigente, vissuta all'estero perché senza permesso di soggiorno. Si chiamano Savoia, hanno nomi altisonanti ma sono poveri: sono in 4 ma con 3 ville, hanno due yacht ma non possono comprare i due modelli nuovi usciti. Hanno chiesto 260 milioni per le spese, non vogliono di più. Il bello è che ora vuole i rimborsi anche il Granduca di Toscana, ma in fiorini d'oro e pure i Borboni vogliono soldi". Ma poi, come ci si poteva aspettare si arriva subito a Berlusconi: "Questione di democrazia: per cinque anni me la sono presa con il governo, ora tocca un po' all'opposizione". Ecco dunque Berlusconi che "c'ha avuto cinque mogli, di cui due sue" e che farebbe meglio a fondare "il partito del popolo dell'armadio", per quante volte ci si è nascosto dentro. Prodi che ha vinto le elezioni "con uno scarto di 25 mila voti, 25 mila coglioni, tutti omosessuali". E che "prima andava a messa una volta a settimana ma ora ha fatto mettere una cappella a Palazzo Chigi per pregare per la buona salute dei senatori a vita". Tremaglia che "in An non lo salutano più da quando gli italiani all'estero hanno votato a sinistra".

Benigni riprende i fili dei fatti degli ultimi anni e delle ultime settimane. Non potevano mancare battute su Mastella ("Mastella diceva sempre: o faccio il ministro o niente, ho faccio il ministro o niente. Ve lo ricordate, vero? Bene, è riuscito a fare tutte e due le cose...") e D'Alema: "L'hanno candidato alla presidenza della Camera e ha detto che per il bene delle istituzioni faceva un passo indietro. Poi alla presidenza della Repubblica e per il bene delle istituzioni ha fatto un passo indietro. L'avevo invitato qui, poi gli ho detto che avevo dato il suo posto a Veltroni e mi ha detto che per il bene della diretta faceva un passo indietro...". E ancora Francesco Storace: ("è un grande filologo, ha ripristinato il vero saluto romano: 'mortacci tua, te ceco l'occhi") e Buttiglione ("Il sesso governa il mondo. Uno per parlarne dovrebbe possederlo. Buttiglione è un grande filosofo, ma ha l'aria di uno che non ha neanche il pisello. Per carità, può darsi ne abbia due. Rocco e i suoi piselli").

E io aggiungo: è vero che la parte di satira politica è stata spassosissima - mi lacrimavano gli occhi dalle risate in certi momenti - ma il titolo della serata era "Il V dell'Inferno", non dimentichiamolo. La parte più interessante infatti era quella, e lo stesso Benigni in un'intervista anticipava: "Lasceremo parlare Dante. Ci faremo dire da lui cos'è quella nostalgia dell'infinito, quella ventata di annientamento che ci precipita addosso quando ci si innamora e smantella tutta la nostra vita, quella sensazione felice, pericolosa e rara che unisce sensualità e tenerezza e ci rende immortali. Ce lo faremo dire da lui con parole antiche e commoventi che hanno attraversato i secoli per posarsi sulle nostre labbra. Nulla di solenne, semplicemente la bellezza". Esattamente.

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