Pubblico qui (dopo anni di inattività) la lettera che ho scritto ai miei "compagni" di TFA. L'ho scritta dopo aver letto una petizione di alcuni colleghi che chiedevano di abolire il TFA speciale.
Cari colleghi
Ho letto la petizione
che ci è stato chiesto di sottoscrivere per bloccare l’iter di avviamento dei
TFA speciali, riservati a chi ha almeno tre anni di servizio come docente (detto
bene: 3x180 giorni). Espongo qui le obiezioni che per prime mi sono venute in
mente. Non sono un’esperta, ma se ne può parlare anche tra persone comuni.
1) Abbiamo passato una
selezione aspra, è vero. Ma l’abbiamo chiamata aspra perché il test iniziale era
assai carente: errori, definizioni prese da Wikipedia, nozionismo puro. Io l’ho
passato solo perché mi ero laureata qualche mese prima, per cui me la cavavo col
nozionismo. Amici più grandi di me, non meno preparati (il voto di laurea varrà
qualcosa? Tanto più nella stessa università e facoltà sarà pur comparabile, no?
Perché la loro competenza dovrebbe essere “mai comprovata” come si dice nella
lettera?), non hanno passato il test semplicemente perché da qualche anno
insegnano secondo i programmi, i quali non richiedono ad esempio di attribuire
agli autori citazioni fuori contesto. Così, per solo un punto in meno di me, non
sono stati ammessi, ma sono insegnanti certo migliori di me.
2) Chi insegna da
almeno tre anni avrà imparato qualcosa?
Magari si tratta di gente
svogliatissima, che si è iscritta in graduatoria di terza fascia solo per
ripiego e che per puro caso è riuscita ad avere per ben tre volte supplenze
annuali, ma data la quantità di coincidenze necessarie possiamo chiamarli casi
rari.
Magari invece si tratta di persone che sono state assunte da scuole
paritarie che – si sa – fanno contratti un anno alla volta, così possono
lasciarti a casa all’occorrenza (e comunque i primi tre mesi di prova non
vincolanti ci sono, per cui basta anche meno di un anno per perdere il posto), e
che però sono state ritenute insegnanti validi e utili alla crescita degli
alunni e dunque della scuola.
3) Perché la
mia abilitazione dovrebbe perdere valore solo perché anche un altro si abilita?
Il problema esiste se esistono le graduatorie, per cui chi ha insegnato più di
me mi scavalca. Ma se invece si potesse assumere gli insegnanti come ho detto al
punto 2 (auspicabilmente con qualche garanzia in più)? Penso che aumenterebbe la
tanto agognata meritocrazia: se non sei un buon supplente, non insegni niente ai
ragazzi, non ti tengo. Tutto il mercato del lavoro funziona così. Io di certo
sono ingenua, ma questo problema lo vedo solo nella scuola, che guarda caso è sui generis.
4) Non ci sono aule per
fare il TFA speciale? Domanda: tutte le università italiane ospitano ora il TFA?
Sono sicura di no ma non conosco i dati. Si potrebbe approfondire questo
dettaglio di “capienza” del sistema universitario italiano e vedere se il
problema logistico è risolvibile2 spalmandoci" di più.
5) Altra domanda che
pongo perché sono ignorante: la questione dell’obbligo di assunzione dopo 3 anni
di lavoro, cui l’Unione Europea ci spinge, c’entra forse con la proposta del TFA
speciale per regolarizzare la posizione di chi ha più di 3 anni di servizio ma
non ha un’abilitazione?
6) Esperienza
personale: a settembre, a scuola iniziata, sono stata chiamata da una piccola
scuola media paritaria per insegnare italiano, perché due professori erano stati
chiamati in ruolo. Quei due erano abilitati, ne sono rimasti due più giovani non
abilitati (in servizio da 3 e 5 anni), cui ci siamo aggiunti io e un altro. Io e
quest’altro stiamo imparando ad insegnare grazie ai due più grandi, che non
hanno passato il test TFA. Stiamo in pratica facendo un tirocinio con rapporto 1
a 1, ci confrontiamo sulla preparazione delle lezioni, delle verifiche, sui
criteri di valutazione, sul rapporto con gli studenti e le famiglie. Dovrei
affermare che questi due professori non abilitati non meritano di accedere al
TFA? Non mi interessa difendere un diritto acquisito solo perché ho indovinato
delle crocette.
Claudia Grassi